La chitarra di Mario Gangi rivive grazie al Duo Pace – Poli Cappelli

Mario Gangi (1923 – 2010) è stato forse il più importante chitarrista classico italiano del Novecento. Romano, eclettico, spiritoso, severo nei giusti momenti. Durante la sua lunga carriera concertistica girò il mondo suonando generi i più disparati: dal barocco al classicismo, dalla musica napoletana – largamente apprezzata in Rai, spesso al fianco di Cigliano – al jazz, passando per la bossa nova e per autori a lui contemporanei come Vlad, Porrino, Petrassi, Rota e Morricone.

Uomo di grande cultura, con una raffinata sensibilità, fu amico anche di Murolo, Luttazzi e Bigazzi e accompagnò la recitazione di celebri voci del teatro come quelle di Foà, Gassman, Taranto e Giuffré. Gangi fu soprattutto un maestro. Tra le sue opere si ricordano il Corso di chitarra uscito nelle edicole all’inizio degli anni Ottanta, A scuola di chitarra con l’ex-allievo Carfagna e il Metodo di chitarra diviso in tre volumi. Fu docente presso il Conservatorio di Santa Cecilia ed è ricordato dai suoi allievi con riconoscenza.

La sua ricca produzione annovera anche dei brani importantissimi per due chitarre. I chitarristi e docenti romani Andrea Pace e Cristiano Poli Cappelli ne hanno raccolto l’intera opera nel disco, di recente pubblicazione, dal titolo Gangi: Complete Music for 2 Guitars (Brilliant Classics). Un lavoro certosino, frutto di amicizia e collaborazione, ampiamente apprezzato già con il precedente progetto dedicato alle opere per due chitarre di un altro grande compositore: Mario Castelnuovo-Tedesco.

Si comincia con la celebre Suite Italiana, in tre tempi (Allegro vivo – Adagio – Allegro spigliato): un tripudio di colori, di sfumature, di melodie che affondano le radici nella tradizione. Largo spazio alla Suite Spagnola (Andalusa – Fandango – Sevillana) che ripercorre la storia tracciata da grandi compositori: Tàrrega, Albéniz, de Falla, Llobet, Turina, Torroba e Rodrigo. Un salto nel Seicento con la Suite Barocca (Adagio – Minuetto – Allegro – Giga) che vuole essere anche un omaggio al più grande compositore che la musica ha avuto: Johann Sebastian Bach, con il quale si “chiuse” il periodo barocco e in un certo senso anche la polifonia. La conclusione è affidata a Fantas e Fabulae, due brani articolati che afferiscono alla modernità grazie a tutte quelle tecniche compositive che rendono inaspettato e sorprendente forse l’unico “genere” che ancora oggi può vantare queste fortune: la cosiddetta “musica classica/contemporanea”.

Un appello rivolto ai profani, ma anche agli addetti ai lavori: questo disco è l’occasione giusta per approcciarsi al genere, gli spunti non mancano e il grande carattere, speso tra le dodici corde, non può che farcene innamorare. Diceva Mario Gangi: «La tecnica, qualunque essa sia, deve essere al servizio della Musica!» È il caso calzante di Andrea Pace e Cristiano Poli Cappelli, due ottimi musicisti che, nelle loro interpretazioni, hanno sempre privilegiato l’aspetto della musicalità e del sentimento, consegnandoci una discografia di qualità. Verrebbe già da pensare: E adesso? Chi sarà il prossimo?

Pubblicato da Francesco Saverio Mongelli

Classe 1997, barese. Autore di canzoni, poesie, saggi, articoli. Musicista e scacchista, appassionato anche di antimafia, attualità, giornalismo, arte e cinema.